martedì 26 febbraio 2008

el barco fantasma y calle baghdad

secondo giorno di lavoro - tutto bene sì, ma comunque continuo a cercare. ma andiamo per ordine.

primo giorno di lavoro - iberojet, dpto. cruceros - il lavoro consiste nel ricevere le chiamate dalle agenzie ed arreglare il tutto con la disponibilità di cabine nelle varie navi della flotta - gli uffici si stanno trasferendo però, primo giorno in carrer de valència - super chuli, 10 minuti a piedi da casa! - inizia la presentazione della flotta.

una prof - gendy - e quattro alunni, io, nuria, evelin e un chico che si deve essere spaventato ed è andato via in anticipo per non tornare mai più. prima lezione: descrizione della flotta. tre navi, e già c'è qualcosa che non va, cuidado con la seconda nave, perché nessuno la conosce bene, nessuno l'ha mai vista, ancora non ha mai attraccato al porto di barcellona, que guay, già abbiamo una nave fantasma - el barco fantasma, come l'abbiamo soprannominato nuria ed io!

ad ogni modo, todo queda bien, la prof è simpatica, le compagne di formazione pure - soprattutto nuria, che è tipo impazzita quando mi sono presentata "sei italiana! no, che figata! dobbiamo andare a prenderci una birra insieme quando finiamo!" - ed infatti siamo andate, e ci ha raggiunte poi il suo ragazzo, manco a dirlo, italiano. l'unica nota non convincente è montse, la capoufficio, già soprannominata da me e nuria miranda, in onore di quel famoso diavolo che veste prada. capelli biondissimi e stracolmi di extencions, tailleur super preciso, sguardo terribilmente serio e naso all'insù - per di più suona continuamente il suo cellulare, e suona con la sigla di sex & the city. è troppo lo stereotipo della donna in carriera.

secondo giorno di lavoro, già si va nell'altra sede. tipo una strada con lavori talmente tanto in corso che sembra sia stata appena bombardata. soprannominata da me e nuria calle baghdad, indovinate perché?! ad ogni modo, un po' meno rilassato e divertente del primo, perché già non si parla più di navi da crociera ma di programmi del computer - cose meccaniche da imparare - e già mi confondo un montón!

però bene - domani devo andare all'agenzia a firmare il contratto - ho un paio di dubbi da togliermi, ma tanto vado con nuria ed evelin, e vedremo di far chiarezza su tutto. per ora penso di firmare - i primi due mesi hanno condizioni buone, visto che sono con l'agenzia, poi diventa un po' una schifezza di contratto, ma non sono obbligata a rinnovarlo - posso continuare a cercare altro...

per ora è tutto, poi vi aggiorno!



venerdì 15 febbraio 2008

que parles català?

credo che sia ora di aggiornare un pochettino il blog, del resto è ormai una settimana che sono qui...

dunque, come "primo capitolo" metterei la vita casalinga. ovvero come si vive con due catalani dentro casa. bene - oddio, il luogo comune che siano piuttosto sulle loro e che sono tipi bizzarri non è che sia completamente privo di fondamenta, però dai, mi trovo bene.

ursula, la signora, è gentile e carina - ok, non ci vediamo quasi mai, non ho neanche motivo di legare con lei, visto che ha tipo una cinquantina d'anni e non ce la vedo a salir de fiesta il fine settimana con me.

bisén (ovvero vincenzo) - ecco su lui c'è di che dire, invece. diciamo che - avendo apparentemente la mia età - solo in seguito ho scoperto che ha 30 anni - ho tentato di stringere amicizia con lui, insomma, arrivo e non conosco nessuno, si fa quel che si può.

la prima sera non è stata molto incoraggiante. ha cenato con l'ipod. sono rimasta davvero scioccata, non avevo mai visto nessuno cenare con l'ipod. ad ogni modo, ero lì e c'ho provato a fare conversazione, ma con scarsi risultati. sono riuscita a fargli togliere solo una delle cuffiette (!) e in ogni caso continuava a rispondere a monosillabi, senza aprire nessuno spunto di dialogo, in modo che il mio tentativo di conversazione sembrasse un terzo grado - percui mi sono arresa.

il giorno dopo, domenica invece è venuto a bussare alla mia camera - mi ha invitata ad uscire! sono stata veramente contenta, anche se un po' spiazzata, non me l'aspettavo mica di vivere con il dottor jekyll/mr. hyde! ad ogni modo domenica pomeriggio siamo andati al parc güell e sono stata veramente bene.

sì, bisén rimane un tipo bizzarro, però ho scoperto che in realtà è simpatico...
ci sono stati dialoghi irreali del tipo:

lui - perché in italia si mangia la pizza?
io - perché in spagna si mangia la paella, suppongo.
lui - ... ... ... ... [si sente il rumore dei criceti che fanno girare la ruota]
lui - è una risposta intelligente!

nonché la varia serie dei "perché" in stile bambino curioso e nient'affatto stereotipato - del tipo: perché in italia c'è la mafia? perché in italia si guida tanto male? [che poi, per inciso - qui le macchine letteralmente ti si portano via...] perché in italia siete fissati con il calcio? etc. etc. - ma evidentemente il gioco del perché unilaterale non lo soddisfaceva, quindi ad un certo punto ha cominciato a chiedermi di fargli io delle domande, in modo tale che potesse rispondermi - ad esempio "chiedimi questo, chiedimi quet'altro" ed io come una scema che lo assecondavo "perché questo, perché quest'altro" dandogli così modo di fare il suo panegirico sulla superiorità della catalunya e del popolo catalano, rispetto al resto della spagna. evvabbè.

a quel punto deve essersi accesa in lui la lampadina, perché ha deciso che avrei dovuto assolutamente imparare il catalano - ed ha iniziato a parlarmi solamente in catalano [ndr, è català del pueblo, lui - della serie che sostiene che il catalano che si parla a barcellona non sia abbastanza puro, tanto per intenderci], quindi, girando per il parc güell sembravamo davvero scema & più scemo: tra me che mi scocciavo di fare foto, lui che voleva per forza che ne facessi - io che do la macchina fotografica a lui per fargli fare delle foto - lui che gira per il parc güell parlando in catalano stretto e facendo foto a destra e manca ed io che gli rispondo in castigliano con spiccato accento italiano - insomma, eravamo davvero ridicoli.

però ripeto, sono stata davvero bene. dopo il parc güell ci siamo comprati i churros [io li conoscevo sì, ma non ne avevo mai mangiati - lui ha fatto una faccia assurda, come che fosse una cosa impossibile e siamo corsi a cercare un baracchino che ne vendesse...] e ad ogni scritta in catalano che c'era per strada mi faceva fermare perché la leggessi - e sulle prime parole avevo anche una buona pronuncia, neh!

quindi sì, dopo il primo giudizio "ipodman asociale e scostante" mi sono ricreduta e posso dire che bisén è bizzarro ma simpatico, ed ha già anche una sua tifoseria. e qui posso chiudere il capitolo uno.

il "secondo capitolo" potrebbe essere sulle vicissitudini che ho passato per ottenere tutti i documenti, che in sé per sé non ci vuole neanche molto per ottenere un singolo documento, non foss'altro che i vari uffici a cui sono dovuta andare erano dislocati ai quattro cantoni della città, ed i miei piedi ne hanno risentito non poco.

quindi mi limiterò a dire che ho visto - anche se di passaggio e non da turista - delle zone di barcellona davvero meravigliose. delle quali senz'altro avrò tempo di approfondire la conoscenza.

e dunque il "terzo capitolo" ovvero la movida o vita notturna. ecco, non è che ne abbia ancora approfittato molto, sono arrivata qua sola, non conosco ancora nessuno e via dicendo, però qualcosa sì dai. ad esempio perché ho casualmente incontrato una mia compagna d'università, federica, che è qui per fare un tirocinio. e siamo uscite un paio di sere - e credo che continueremo ancora a salir de fiesta fintanto che lei si fermerà qua.

che dire? è come uno se la immagina. c'è di tutto e di più, e credo di averne vista ancora solo una minima parte, percui per il seguito del terzo capitolo ci sentiamo prossimamente!

giovedì 7 febbraio 2008

le rocambolesche avventure della libellula [barcellona, finalmente]

sarei dovuta arrivare ieri sera, ma, incredibile ma vero, sono riuscita a perdere l'aereo.

partenza ore 16.25 - arrivo trafelata alle 16.15 e vedo le porte chiudersi davanti a me. troie quelle dell'accettazione, perché ero lì, cosa gli costava non chiudermi le porte in faccia. ma tant'è, ho perso il volo.

che dire? non mi smentisco mai.

vabbè, fortuna che ho dei parenti a roma a cui ho potuto chiedere ospitalità per la notte, ed anche un'alzataccia stamattina per accompagnarmi all'aereoporto.

oh, ieri che stavo di fretta, controlli minuziosi su controlli, oggi non mi si filano per nulla quelli della sicurezza.

e, ironia della sorte, si decolla con venti minuti di ritardo.

vado a recuperare il bagaglio, e al mio trolley nuovo manca una rotella. c'è una voragine al suo posto.

arrivo alla casa e rimango chiusa fuori per tre ore, perché uno stramaledetto sms si è rifiutato di fare il suo lavoro, ovvero arrivare a destinazione.

vabbè, alla fine ce l'ho fatta, sono qui nella mia cameretta, piccolina ma carina, vivo con due catalani, ursula e vicent (?) e sembrano pure simpatici - alla faccia di chi diceva che a barcellona regna l'apartheid "catalani VS non catalani", ce ne ho due in casa - il mondo mi parla solo in catalano e non capisco una mazza, ma vabbè.

spero solo che d'ora in avanti vada meglio.


del resto dopo tanta sfiga si può solo migliorare, no?