venerdì 11 aprile 2008

e questa è casa mia, e qui comando io (cit.)

ci sono persone che ad un certo punto della vita si trovano, vuoi perché in difficoltà economica, vuoi perché desiderano togliersi qualche sfizio in più, a decidere di dividere il proprio appartamento con altre persone.

il problema sorge nel momento in cui queste persone dimenticano che le persone che dividono l'appartamento con loro pagano un regolare affitto, e che quindi sono abitanti ed inquilini della casa a tutti gli effetti, e non ospiti ai quali si sta facendo un favore e pertanto si cerca di controllarne il comportamento.

tutto cominciò al mio arrivo a barcellona, neanche faccio in tempo a vedere la casa, le valigie nell'ingresso e il cappotto in mano.

- piacere, alessandra.
- piacere, ursula.
manco il tempo di stringerle la mano che già mi dice che il salotto non si può usare.

va bene, la giustifico, in fondo la casa è pur sempre la sua, anche se ha deciso di dividerla, è giusto che abbia i suoi spazi.

mi mostra l'appartamento, neanche finisce di mostrarmelo che già mi chiede l'affitto, così posso darti la chiave e sono più tranquilla, si giustifica. un po' affrettata, senza tatto, penso, ma ingenuamente, ancora non capisco la sua vera natura.

ma da lì in poi non ha perso occasione per mostrarla. un susseguirsi di questo non si può fare, questo non si può utilizzare, la lavatrice si può fare sono una volta alla settimana e voglio sapere che programma usi, mi raccomando lava solo a 30 gradi che se no consumi troppo o non voglio che venga nessuno all'appartamento, neanche per prendere un caffé 5 minuti, e via dicendo.

finché dal questo appartamento è strutturato solo per tre persone, non ne voglio di più per non compromettere la serenità della casa si è passati al denaro, non avrò alcun dio all'infuori che te.

è che, purtroppo, l'avarizia la vince quasi sempre sul rispetto.

inizialmente era per rimpiazzare lei. probabilmente sarebbe andata a lavorare in un paese di mare non troppo lontano, ed avrebbe affittato una casa lì. sì, si sarebbe tenuta la sua camera a barcellona ed avrebbe affittato la camera per gli ospiti (suoi) ad una quarta persona.

poi il progetto di lavoro è sfumato. ma a quel guadagno extra ci aveva fatto la bocca, e non voleva rinunciarci, ormai. ed è stato esattamente quello il momento in cui l'avarizia l'ha vinta sul rispetto e le cose sono cominciate a precipitare inesorabilmente.

avendo avuto un problema di calcoli renali poi trasforamatosi in cistite - o forse sono due cose distinte che mi sono capitate quasi contemporaneamente per via della celeberrima legge di murphy - le avevo chiesto di utilizzare - solo per il bidet - il suo bagno personale. per tutte le mie altre necessità avrei continuato a dividere il bagno con vicent. quando però si è saputo che il quarto coinquilino sarebbe stato un ragazzo le ho - ragionevolmente - chiesto se sarebbe stato possibile "ridistribuire" i bagni, in modo da avere un bagno ogni due persone, in modo da avere il bagno delle donne e il bagno degli uomini. mi è sembrata una richiesta logica e sensata, e difatti mi ha risposto, la bugiarda, sì, non c'è problema, anzi, l'avevo già pensato io.

ma non era vero, ed infatti due giorni dopo ci ha ripensato, e mi ha detto che no, che per lei era una forzatura dividere il bagno, e che non voleva sentirsi forzata in casa sua. ho tentato di convincerla, ma non c'è stato verso, e siccome non ho intenzione di litigare con lei, ho chiuso il discorso, non senza accennare che sì, è casa sua, ma dal momento che ha accettato di dividerla, ci vivono anche altre persone. ovviamente non mi ha risposto, ed il discorso si è concluso così.

però il fatto che io potessi utilizzare il bidet non era mai stato messo in discussione, quindi ieri sera vado a farmi il bidet. il water non lo uso, stesse pure tranquilla che la pipì la faccio nel mio bagno. però avevo un fazzolettino in mano, e l'ho buttato, senza neanche pensarci, nel water. ed ho scaricato in maniera del tutto automatica. esco dal bagno e mi stava aspettando sulla porta, perché hai usato il mio bagno? la trovo una mancanaza di rispetto visto che ti avevo detto di no. allora respiro e le spiego con calma che no, ho solo usato il bidet, come avevamo concordato.
lei mi fa notare che ho tirato la catena. non sapevo di avere un kapof come padrona di casa, ad ogni modo le racconto la storia del fazzolettino. non so se mi abbia creduto, sinceramente poco mi importa. il fatto è che al momento in cui le ribadisco che ho bisogno di utilizzare il bidet per via della cistite, se ne esce con la storia più assurda e ridicola che abbia mai sentito.

ovvero che ha paura che possa contagiarla se uso il water e che dovrei comprare in farmacia dei salvawater per il bene di tutti.
conto fino a dieci per evitare di mandarla a quel paese e le rispondo che può stare tranquilla, non sono contagiosa, e, ad ogni modo, non ho più neanche la cistite.
mi risponde che sì, che la cistite è contagiosa (gliel'ha detto una sua amica che fa il medico!) e che ad ogni modo è sempre meglio prevenire, anche per il mio bene.
conto fino a cento per evitare di mandarla a quel paese e le rispondo che non sono contagiosa e non lo sono mai stata (me l'ha detto il mio medico!), e che ad ogni modo lo dirò alla mia ginecoloca, e se lei riterrà che sia il caso che utilizzi dei salvawater, li comprerò.
e chiudo il discorso.

stavo per tornarmene in camera mia quando mi blocca.
- nella stanza in cui arriverà il nuovo ragazzo avevo messo tre stampelle marroni, ora ce ne sono due. vicent non l'ha presa, io neanche volevo dirtelo, perché è solo una stampella, però se hai bisogno di qualcosa basta chiedere.
respiro. conto di nuovo non so fino a quanto e rispondo.
- io non ho preso nessuna stampella, ad ogni modo, se avessi bisogno di qualcosa, chiederò.
- siamo in tre, se vicent non è stato qualcuno deve essere stato, ad ogni modo non importa. e poi un'altra cosa, ultimamente ti vedo strana, ad esempio stasera anziché il solito scolapasta hai utilizzato quello con i forellini piccoli per lavare l'insalata, ecco quello non voglio che si usi.
ri-respiro. ri-conto. ri-rispondo.
- sì, perché l'altro lo stava utilizzando vicent, e nessuno mi aveva detto che non potevo utilizzare quello, ad ogni modo ora che lo so non lo utilizzerò più.
e faccio per andarmene.

ma ancora no.
- è che non voglio che ci siano problemi, a me piace sia tutto molto chiaro, è che faccio molto caso ai dettagli, sai.
- sì, le rispondo, anche io faccio molto caso ai dettagli, e non mi sembra ci siano problemi, finché se ne possa parlare.
e finalmente sono riuscita ad andare in camera mia.

il punto è che non credo pensi sinceramente nessuna delle cose che mi ha detto. forse a torto, ma ho troppa fiducia nell'intelligenza umana per credere che una persona creda veramente a certe sciocchezze. quindi preferisco immaginare che mi stia provocando, perché davvero se n'è uscita con cose che non stanno né in cielo né in terra, ma mi spiace per lei, non ho intenzione di litigare.

ad ogni modo, sto cercando un'altra sistemazione.


mercoledì 9 aprile 2008

si parlo català m'entens?

diverse novità, quindi è ora di aggiornare.

partiamo da lunedì. mi chiama loreto, quella dei corsi di lingua online. il lavoro consiste nel gestire le chiamate e le email che arrivano un po' da tutta europa e che richiedono costi, informazioni ed eventuale iscrizione a corsi di lingua in loco. vale a dire, io ragazzino francese voglio imparare il tedesco e me ne vado a stare per due settimane in un collegio in germania. chiamo a barcellona l'agenzia di loreto e ci pensano loro. non è che il lavoro non mi piaccia - ambiente internazionale: un dipartimento per lingua e due persone madrelingua con almeno due lingue straniere per ogni dipartimento - ubicazione supercentrica, in piazza urquinaona - stipendio non stratosferico ma ragionevole e buoni pasto. però alla fine, anche se internazionale, è pur sempre poco più che un call center.

avevo in sospeso un altro colloquio, con dolors, per uno studio legale/commerciale che lavora soprattutto con aziende italiane, e che perciò ha bisogno di una persona che parli l'italiano per fare traduzioni, per assistere ai clienti e cose del genere. stipendio esattamente uguale, ma il lavoro mi piace decisamente di più. e lo studio non solo è super figo, ma anche nella zona di casa mia.

quindi, panico.

loreto continua a farmi pressione, ma io vorrei sapere qualcosa da dolors, così la chiamo. mi scuso, anzitutto, le spiego che non voglio metterle fretta, ma che il lavoro che lei mi ha offerto mi interessa moltissimo e che davvero vorrei sapere qualcosa prima di dare una risposta a loreto. dammi questo pomeriggio e domani mattina, cerco di anticiparti il secondo colloquio, quello con santiago il big boss - mi risponde. e nel giro di dieci minuti mi richiama: domani all'ora di pranzo
avrai un colloquio in inglese con santiago. vale.

ed eccoci al martedì, ovvero ieri. alle due mi presento allo studio e incontro finalmente santiago, il big boss, come si definisce lui stesso. l'intervista inizia in spagnolo, sono tesissima, però va tutto bene. poi all'improvviso inizia a parlarmi in inglese, ma tutto procede tranquillo, me l'aspettavo e quindi rispondo senza scompormi, cambiando anch'io di lingua. ad un certo punto se ne esce fuori con l'italiano, questo sì che mi ha stupita! che parlasse anche l'italiano non lo sapevo mica! ad ogni modo in italiano non mi ha lasciato parlare granché, semplicemente suppongo che abbia voluto farmi sapere che sì, è una lingua que conosce y ya está. passa di nuovo all'inglese, e poi di nuovo allo spagnolo. e poi, ecco l'intoppo, per così dire.

i
si parlo català m'entens? - sì, è vero, mi sono iscritta al corso, ed ho anche già due lezioni all'attivo, capirti ti capisco, ma parlare ancora no, non sono in grado. e decido di dirgli esattamente così, che sì capisco, ma che con due sole lezioni di parlare ancora non me la sento. come per accertarsi che davvero capisca, continua ancora per un po' a parlare catalano, frase brevi e facili, ma comunque in catalano. rispondo in spagnolo e va tutto bene.

a questo punto arriva la parte in cui santiago dovrebbe dire molto bene, le faremo sapere, ed invece mi dice, bene, puoi iniziare a lavorare il 21?

ovvio che sì, e come esco da lì vado all'agenzia per il lavoro iterinale a dare le mie dimissioni volontarie. e mi rimane un sorriso ebete stampato in faccia per tutto il giorno, ne ho ancora i residui oggi, direi.

l'altra novità riguarda la casa - sta per arrivare una new entry, questo giovedì arriverà un ragazzo sardo che, a detta di ursula, non spiccica una parola di spagnolo. io sono felicissima all'idea che dovrò fargli da balia, ovviamente. e vicent detto enzo è felicissimo all'idea che saremo quattro persone dentro casa, ovviamente. la nota positiva è che in seguito a questo arrivo, ci sarà una ridistribuzione dei bagni ed io avrò finalmente accesso al bagno figo della casa.

per il resto, to be continued... ai prossimi episodi!