martedì 25 dicembre 2007

berta [una storia di natale]

berta, nome ovviamente fittizio, è una ragazza che si crede molto sveglia, intelligente e decisamente superiore al resto del genere umano, o per lo meno, al resto del genere umano con cui entra in contatto quotidianamente. berta è la classica persona arrogante e supponente, convinta di avere la verità in tasca, profondamente maleducata e, a dire la verità, anche un pelino ignorante – no, non solo nei modi, mi riferisco proprio a lacune culturali, come ad esempio credere che il mediterraneo e l’adriatico siano due mari distinti. berta è nata in una frazione campagnola di una cittadina piuttosto provinciale, ma lei ha studiato, si è laureata, ed anche se la sua è una cultura puramente mnemonica ed a compartimenti stagni – il che le impedisce di sapere dove si trovi il vietnam o i nomi dei sette re di roma – non importa: la sua laurea la eleva socialmente in ogni caso. berta è biondina, alta un metro e un barattolo, ed il suo aspetto esteriore rispecchia perfettamente il suo modo di essere: sempre crucciata, non mi ricordo mai in vita mia di averla vista sorridere, eppure la conosco da molti anni. sghignazzare sì, spessissimo. ridere della gente è la sua attività preferita. quasi al pari del malignare. ed invidiare, suppongo. sono certa che in più di un’occasione mi abbia augurato un qualche malanno, magari semplicemente perché avevo trovato un lavoro mentre lei piangeva miseria – sì, è anche incredibilmente taccagna, signore e signori – o perché avevo ricevuto in regalo una borsa costosa – sì, sono convinta che la macchia di vino che mi è comparsa sulla borsa sia un suo desiderio realizzato – o semplicemente per un sorriso tornato indietro – ma non lo ammetterebbe mai.

oggi è il giorno di natale, e purtroppo ci sono state un po’ di vicissitudini che mi hanno reso poco piacevole questa festa. sono cose che capitano. magari oggi non sono la persona più simpatica del mondo, ma domani spero che mi sia passata e tornerò quella di sempre. di solito si fa così, si cerca di dissimulare, di metter su un sorriso o un mezzo sorriso e lasciare i propri guai da parte.

berta no. berta è sempre piena di disgrazie, berta le catalizza su di sé con il suo atteggiamento negativo, e ovviamente sente l’impellente bisogno di rendere il mondo partecipe di ciò. credo che sia consapevole di essere una iena, ma credo anche che la cosa le dia un perverso ed inesplicabile piacere.

insomma, oggi è il giorno di natale, e come ogni natale si esce per farsi gli auguri, stare un po’ insieme e scambiarsi i regali. arriva berta sotto casa mia e il telefono squilla – segno che devo scendere. sì, ammetto di non essere la puntualità fatta persona, ma ero semi pronta, il tempo di lavare la faccia, mettere il cappotto e prendere le chiavi. ancora non portavo il cappotto e il telefono squilla di nuovo. mi viene quasi voglia di prendermela con calma. tempo che metto il cappotto e prendo le chiavi, che avevo quattro, ben quattro, chiamate non risposte nel mio cellulare. che berta poi è quella che si presenta alle dieci e mezza se l’appuntamento è alle nove e tre quarti, diciamolo.

scendo candida e sorridente, perché il sorriso si sa, è l’arma migliore. neanche salgo in macchina, neanche faccio in tempo a salutare, che berta non me ne da modo, presa com’era dalla concitazione per raccontare ad un nostro amico di quanto sia incazzata, di come siano barbari gli abitanti di un certo paesino la cui unica colpa è quella di essere sperduto fra le montagne, o forse troppo a sud – non ho capito bene – per il semplice fatto che è nevicato e lei è affondata nella neve. decisamente deve essere una congiura contro di lei, l’intera popolazione rurale ha tentato di azzopparla, povera piccola indifesa berta. accortasi della mia presenza – dopo quasi un quarto d’ora che ero in macchina – berta la iena decide di salutarmi a modo suo, facendomi notare che sono sempre la solita inaffidabile ritardataria e che per ben cinque minuti è stata costretta ad aspettarmi sotto casa, poverina. buon natale anche a te, ho pensato. ma lei già aveva ricominciato a maledire qualcuno, forse il suo ragazzo che ancora ha la pazienza di sopportarla, forse un gatto che ha osato attraversare la strada, non saprei – io avevo già smesso di ascoltarla.

ce ne sarebbero di aneddoti su berta, ma per ora vi basti questo come regalo di natale, una storiella semi seria che magari può far riflettere più delle solite catene “regala un sorriso”.

venerdì 21 dicembre 2007

caro babbo natale

caro babbo natale,

io ho sempre avuto un grande rispetto per te, sin da quando ero bambina, soprattutto per il fatto che non ti ho visto mai. anche mio zio ti porta talmente tanto rispetto che tutt'ora preferisce fingersi renna la sera del ventiquattro, piuttosto che te.

ed anche se tantissmi anni fa, al puro scopo di farmi un dispetto, quella cattivona di valentina mi disse che non esistevi, io non le ho mai creduto. ma ti rendi conto cosa si inventò? che non esistevi: ora dimmi se non ho fatto bene quella volta a lanciarle la minestra in faccia.

insomma, volevo dirti che anche quest'anno qualche regalino me lo aspetto - non tanto regali materiali, che quello l'ho capito da subito, da prima che me lo dicesse valentina che li comprano mamma e papà, però qualche regalino che loro non possono arrivare a fare.

tipo mi farebbe molto piacere se facessi una visitina a tutte quelle agenzie che ho contattato in spagna e convincessi una di loro ad assumermi. e se per tua immensa grazia riusciussi anche a farmi trovare un alloggio decente senza dover dormire sotto un ponte poi sarebbe proprio l'ideale.

poi vabbè, se vuoi darmi una mano anche con i regali materiali che mi andranno a comprare i miei te li dico, che effettivamente non sono molti: un po' di vestiti, anche a tua scelta - magari fatti consigliare da mia madre che lei i miei gusti li conosce - il cofanettto di house e di prison break, e se proprio vogliamo esagerare anche quello di sex and the city che ce l'ho solamente masterizzato. gli stivali ugg color sabbia, che ce ne ho un paio simili (quelli marrone scuro, con la renna disegnata nel tallone, hai presente?) e mi fanno troppo caldo e se proprio ti senti buono la piastra della imetec che fa anche i boccoli, che con il ferretto c'ho litigato e sono stufa di somigliare a beowulf - ma tanto mi dirai che la piastra già ce l'ho e che tanto sono incapace di usarla questa fotonica e non me la regalerai. e un completo sciarpa-cappello-guanti sul marrone, che mi manca. ma se vuoi questo riciclalo alla tua collega befana. ecco.

come regali materiali sto a posto così.

poi certo, il regalo più bello di tutti sarebbe trovare un certo signorino da cui sono fuggita quasi un annetto fa sotto l'albero. sai com'è, a volte penso che la mia fifa è giustificabile, che è andata bene com'è andata e che ho fatto la scelta giusta. che in fondo non lo volevo abbastanza, se no non mi sarei lasciata vincere dalla paura. altre volte mi mangio le mani. ma anche i gomiti e le spalle, eh.

vedi un po' che puoi fare.

ti abbraccio,
la libellulina.

mercoledì 19 dicembre 2007

arrivano i pinguini


ora ci sarà pure il sole, ma fa un freddo assurdo in ogni caso.

io farei come gli uccelli migratori e svernerei nell'altro emisfero, possibilmente in un luogo dove ci siano spiagge, grazie.

e a chi protesta che il natale non è natale senza neve manderei una bella foto di me che faccio la lucertola, tanto per gradire.

fortuna che ieri mi sono finalmente comprata il moncler - dorato! mi sono svenata ma era da tanto che lo volevo!

ad ogni modo, non volevo parlare del moncler - by the way, adesso dalla mia whislist mancano gli ugg, visto che siamo sotto natale io lo dico... - ma del culmine del gelo, ovvero di quando sono arrivati qui i pinguini: sabato 15, per il battesimo di alberto (ndr. il figlio di mia cugina laura).

arriviamo ad assisi - il battesimo era nel convento della basilica - e nevicava già un po', il che non ci stava neanche male, rendeva il tutto molto pittoresco - vedere foto per credere.

ma il problema è stato il dopo. alla fine della cerimonia la neve era ovunque. ho fatto anche uno scivolone colossale appena fuori l'arco di assissi. e non solo dovevamo scendere con la macchina fino a foligno, ma poi risalire fino al ristorante per la cena, in montagna! meno male che la mia paula, la mia macchinina adorata, me l'hanno venduta con le gomme termiche, ma anche lei ha faticato un bel po' a scalare il monte!

però nonostante il disagio della neve è stata una bella festa, e poi c'era mattia, l'altro mio nipotino, che era veramente entusista ed incantato, percui alla fine non è andata poi così male.

ad ogni modo, io per quest'anno di bianco natale ne ho avuto già a sufficienza, il prossimo anno lo voglio passare in spiaggia a prendere il sole! chi si aggrega a me?

martedì 18 dicembre 2007

regalino pre natalizio

è quello che faccio a me, dando vita a questo blog.

quindi suppongo che dovrei iniziare con il presentarmi.

piacere, sono libellula - mi piace questo nome, suona leggero.
è nato per scherzo, tra me ed una mia amica, ormai un po' di anni fa. io e lei eravamo le libellule. adesso io sono la libellula.

il mio vero nome è alessandra, ho ventiquattro anni ed al momento vivo in italia, in umbria, a foligno. una cittadina piuttosto insipida, conosciuta ai più per il mostro o per il terremoto - qualcuno, particolarmente bravo, la conosce anche per la quintana.

l'idea del blog m'è venuta per merito di leticia, meglio conosciuta come pacamanca - ex collega seppur per pochissimi giorni.
ieri sera c'è stata una cena tra ex colleghi e ho saputo del suo blog. curiosa come pochi, mi sono tuffata a leggerlo, anche se non conosco il portoghese. devo dire che sono molto soddisfatta di me, perché ho comunque capito tutto, ed ho anche colto lo stile ironico e scanzonato.

ed è stato proprio questo stile ironico e scanzonato che m'ha fatto venir voglia di avere un blog tutto mio. e poi anche a me piace scrivere, c'è chi sostiene che io sia una gran prolissa - staremo a vedere.

e dunque iniziamo.
dicevo che sono qui, per ora. ma appunto l'intenzione non è quella di rimanere.

sono stata a forlì per quattro anni - ah, la SSLiMIT, chi l'avrebbe mai scommesso che ne avrei sentito la mancanza? - e tornata qui ho avuto una breve e poco felice esperienza lavorativa in un'agenzia di traduzioni - direi che è tempo di partire.

sì, decisamente è tempo di partire, e me ne vorrei andare in spagna.
dove di preciso non so, dove mi vorranno va bene.

per ora ho delle persone che spero vogliano e possano aiutarmi.

* alejandra, la mia amica erasmus che studia a santa maria, potrebbe aiutarmi a trovare qualcosa tra madrid e segovia, ed anche ospitarmi qualche giorno a gennaio per andare in avanscoperta.
* josé (o josep?), ex collega català, è stato veramente gentile nell'indicarmi le persone a cui rivolgermi nel caso volessi andare a barcellona.
* francesca, altra ex collega, anche lei con una mezza idea di andare in spagna. dice di avere dei contatti in andalusia, e di essere disponibile ad intraprendere con me quest'avventura.

al momento questa sono io. e spero che vi piaccia. e magari che continuerete a leggere di me. non sarò sempre noiosa, di tanto in tanto mi auguro che mi accadano cose interessanti così potrò raccontarvele qui.

e se per caso qualcosa proprio non dovesse andar bene, bè, l'ufficio reclami eccolo qui.